I risultati dei primi esami medici eliminerebbero già ogni mistero sulla morte, alle 19.30 di sabato 12 ottobre, di uno spacciatore di 46 anni: sarebbe morto per aver ingoiato una dose di cocaina.
L’uomo, secondo quanto a riportato da "Corriere della sera", originario della Tunisia, è entrato al Fatebenefratelli meno di mezz’ora prima, trasportato da un’ambulanza che era ferma nel cortile della Questura, dove il pregiudicato era stato accompagnato da una pattuglia.
Impegnati nel controllo del territorio, la «volante» aveva notato, in viale Giovanni da Cermenate, il 46enne fermo in strada in atteggiamento sospetto. E infatti, alla vista della polizia, si era subito allontanato dalla sua posizione accelerando il passo. Fuggiva. L’equipaggio della «volante» l’aveva raggiunto e poiché lo spacciatore non aveva con sé documenti d’identità, aveva deciso ulteriori accertamenti in Questura.
Nell’attesa dei controlli, il 46enne era stato trasferito nelle camere dei fermati. D’improvvisamente, attraverso le telecamere gli agenti lo avevano visto cadere a terra, le mani sull’addome. Caricato in ambulanza, nel breve tragitto tra la Questura e l’ospedale, il tunisino aveva iniziato a vomitare schiuma.
Delle 19.08 l’ingresso al Fatebenefratelli, delle 19.30, come detto, la morte. Il magistrato di turno ha disposto l’autopsia.
Secondi fonti della Questura, quegli esami medici avrebbero subito scoperto abbondanti tracce di cocaina. Ai poliziotti, nel motivare la propria fuga, l’uomo aveva detto che temeva provvedimenti in quanto privo del permesso di soggiorno.